Casale a Decima


La genesi è lunga e travagliata: Prende le mosse dopo un lungo minuetto di responsabilità, di vincoli incrociati, posti dalla “pianificazione”, che subordinano un elementare diritto di erigere la propria casa ad una interminabile, pretestuosa e cavillosa sequenza di “requisiti” indispensabili di cui l’edificabilità non sembra neppure il più importante.
In questo panorama il diritto viene sottratto al cittadino per essere gestito in luoghi al di fuori di ogni controllo non solo tecnico ma anche democratico.
I risultati sono catastrofici: blocco assoluto; scarsità delle aree; traffici lucrosi di autorizzazioni; padrinaggi politici : il peggio che la società possa esprimere.
Oltretutto non è prevista la modalità dell’autocostruzione . Al contrario, si pretende di incanalarla dentro strettoie programmatiche che rendono solamente esoso e complicato il cammino.
Difficilmente percorribile da chi dispone di limitate risorse per comprare lotti di terreno venduti a caro prezzo.
Tutti coloro che non dispongono di adeguate risorse debbono arrangiarsi da se, scavalcando la burocrazia ed autocostruendo in aree discoste e più a buon mercato.
Ma ciò non pone, automaticamente, nel girone dei Bruti colui che lo pratica; anche se è facile finisca così. Più facile volgersi verso l’edificio vicino in mattoncini , infissi d’alluminio e tetti con tegole cementizie aggettanti più di un metro per costruzioni alte appena tre.
Ci vuole coraggio per discostarsi da ciò e volgersi a quello che è stato per secoli il linguaggio dell’abitazione e della casa fosse nobile o contadina. Ma la necessaria rapidità (…tutto in una notte…) impone semplificazioni di pianta e di alzato: alla fine un semplice muro perimetrale con finestre poste a distanze convenienti tali da illuminare omogeneamente ciò che sta sotto il tetto.
Non c'è stato l'approccio del tecnico che ha incastrato il pranzo nel soggiorno e defilato la cucina lungo il portico: nessun addetto ai lavori ha "rotto la scatola", nessuno ha disseminato di aggetti lo scarno perimetro, nessuno ha mostrato baldanzoso i precordi fumanti! Per certi versi simile all’approccio di Wittgenstein ma senza i cerebralismi del nostro e l’inutile pignoleria di corollario. Un muro portante di comunissime dimensioni e fattura , con un semplice tetto sovrapposto. Nessuna intenzionalità : sarebbe troppo complicata ad eseguirsi nel giro di una notte.


Il frutto di una notte di lavoro

Cosicché il tutto diviene semplicissimo. I volumi ci sono: bisogna solo legare questo “inizio di casa” al suo contesto civile ed alla sua storia. Per questo non c’è che guardarsi intorno dove da circa 500 anni il linguaggio dell’architettura si manifesta Gli elementi formali sono pochissimi : piuttosto materiali e colori ricalcano quelli storicamente sedimentati .
Con l’architetto Lia Cacciatore


Il risultato finale


la dependance


Il cancello d'ingresso


Il casale visto dall'alto